Il racconto della Saluzzo medioevale non può non citare il momento più felice della cittadina: correva l’anno 1142 quando la città di Saluzzo, insieme a Carmagnola, Manta, Castellar e Racconigi, e i territori compresi tra la Stura, il Po e le Alpi divennero un Marchesato. Il primo Marchese di Saluzzo fu Manfredo I.
La vicende del Marchesato di Saluzzo si intrecciano frequentemente con quelle della due potenze tra le quali è conteso: da una parte i Francesi, dall’altra i Savoia che cinsero d’assedio la città per ben tre volte: nel 1363, nel 1415 e nel 1487. Ma arriviamo al momento di massimo splendore del Marchesato: questo si colloca a cavallo tra il XIV e il XV secolo, in particolare sotto il Marchese Ludovico I.
Ludovico I cercò di far crescere Saluzzo astenendosi dal combattere con i regni vicini. Fu così che, arroccato in una neutralità produttiva, ebbe modo di far crescere nei suoi possedimenti la cultura e le arti. Fu egli stesso a contribuire finanziariamente al fiorire di architetture e opere pittoriche.
Uno degli edifici cui si dedicò fu il convento di San Bernardino. Era, infatti, dal 1465 che a Saluzzo era stato introdotto l’Ordine dei Francescani e ormai aveva bisogno di una sede. Il 20 agosto 1471 iniziarono quindi i lavori del grandioso complesso di cui i frati francescani sono custodi da ormai oltre sei secoli.
Il cantiere di San Bernardino non era l’unico in città, dal 1466, infatti, Ludovico I aveva cominciato a far costruire anche un convento vicino la Chiesa di San Giovanni Evangelista, da destinare ai frati domenicani. Non passò molto che i lavori del convento si estesero alla chiesa di fianco, così dal 1467 fu avanzata la facciata e aperto l’ingresso attuale. Di un periodo successivo sono invece l’allungamento della parte absidale, la costruzione e la modifica delle cappelle laterali e la costruzione della cappella marchionale. Soffermiamoci su quest’ultima: la cappella a base pentagonale è situata nell’abside della chiesa. Fu iniziata, in realtà, già a partire dal 1450, ma i suoi lavori si protrassero fino al 1504, per continue modifiche del progetto. Il risultato è comunque pregevole, è infatti una delle testimonianze di gotico fiammeggiante più importanti del Piemonte. Al suo interno le pareti sono rivestite in pietra grigia e su queste spiccano inserti in pietra verde. Le splendide decorazioni scultoree inquadrano figure di sibille e di profeti. Nella nicchia di sinistra è presente il monumento funebre di uno dei marchesi di Saluzzo, Ludovico II, figlio di Ludovico I. Il monumento in marmo bianco venne fatto costruire dalla moglie, Margherita di Foix, nome cui sono legate le vicende del convento di San Bernardino.
Conclusi questi due grandi cantieri se ne aprì uno ancora più grande. A partire dal 1491, infatti, si diede inizio alla costruzione del Duomo. Pensato proprio per dimostrare il potere di Saluzzo anche in ambito religioso, il Duomo è l’edificio più grande e maestoso della città. Già a partire dal 1511 divenne sede vescovile. L’imponente aula interna della chiesa è suddivisa in tre ampie navate, coperte da volte a crociera costolonate la cui decorazione neogotica è realizzata dai fratelli Gauteri intorno al 1849-55. Le due navate laterali sono più basse, mentre la centrale raggiunge i ventuno metri.
Passando tra gli altari e le cappelle con decorazioni sempre diverse frutto di due secoli di storia, in un polittico cinquecentesco dipinto dal pittore fiammingo Hans Clemer, ci sono due volti a noi noti: Ludovico II e Margherita di Foix che sono presentati alla Madonna rispettivamente da San Chiaffredo e San Costanzo, i patroni di Saluzzo.
La fine dell’era di Ludovico I e Ludovico II segnò anche il tramonto del Marchesato di Saluzzo che, conteso tra i figli di Ludovico II, fu facile preda delle mire espansionistiche francesi.